Tuttavia, in violazione alle leggi vigenti, molto spesso alle persone di cui sopra non sono fornite le prestazioni dovute obbligatoriamente dal Servizio sanitario nazionale e dai Comuni singoli o associati con il pretesto, costituzionalmente illegittimo, della carenza delle risorse economiche pubbliche, la cui ripartizione dovrebbe tener conto in primo luogo delle esigenze vitali delle persone non autosufficienti (e quindi anche non in grado di autodifendersi) come può capitare a ciascuno di noi anche da un momento all’altro. Ad esempio le persone non autosufficienti abitanti nella città di Torino in lista di attesa per le prestazioni domiciliari e residenziali sono ben 10.800.
L’attuale drammatica situazione rischia fortemente di peggiorare a seguito della presentazione alla Camera dei Deputati, avvenuta il 29 luglio scorso da parte del Ministro Tremonti, del disegno di legge n. 4566 “Delega al Governo per la riforma fiscale e assistenziale”, di cui allego il testo dell’articolo 10.
La Petizione popolare nazionale ha altresì le seguenti finalità:
- informare la cittadinanza e le organizzazioni sociali e sindacali in merito alle esigenze fondamentali di vita delle persone non autosufficienti e ai diritti sanciti dai Lea;
- sollecitare le Regioni affinché definiscano le modalità di accesso ed i criteri gestionali degli interventi domiciliari, in modo che anche queste prestazioni siano pienamente esigibili come lo sono già, in base alle norme nazionali, quelle residenziali e semiresidenziali;
- diffondere le iniziative intraprese dai gruppi di base che hanno consentito a numerose persone con grave handicap intellettivo di frequentare centri diurni o di essere accolti presso strutture residenziali, nonostante gli iniziali rifiuti delle istituzioni tenute a provvedere;
- segnalare le concrete possibilità di opporsi con successo alle dimissioni di anziani cronici non autosufficienti, di dementi senili e di malati psichiatrici gravi da ospedali e da case di cura private convenzionate;
- fornire alle organizzazioni e alle persone interessate gli elementi necessari per contrastare gli arretramenti che potrebbero essere introdotti dal citato disegno di legge-delega al Governo per la riforma dell’assistenza.
Il testo della petizione
<< I sottoscritti cittadini elettori chiedono ai Parlamentari sia della Camera dei Deputati, sia del Senato della Repubblica di assumere gli urgentissimi provvedimenti necessari per assicurare la completa copertura finanziaria delle prestazioni domiciliari, semiresidenziali e residenziali riguardanti le persone con handicap invalidanti, gli anziani malati cronici non autosufficienti, i soggetti colpiti dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile, i pazienti psichiatrici (complessivamente oltre 1 milione di nostri concittadini) ai quali il Parlamento, con l’approvazione dell’articolo 54 della legge 289/2002, ha riconosciuto i diritti pienamente esigibili sanciti dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 concernente i Lea, Livelli essenziali di assistenza.
Poiché le prestazioni sono di natura sanitaria e socio-sanitaria la completa copertura finanziaria riguarda non solo il Fondo sanitario nazionale (essendo a carico della sanità una quota dal 50 al 70% degli oneri) ma anche il Fondo sociale unico (1) a favore dei Comuni (che devono integrare le quote non versate dagli utenti) che dovrebbe comprendere il fondo per le non autosufficienze (finanziato solamente nel 2009 e nel 2010 con 400 milioni di euro per ciascun anno e non per il 2011), nonché i finanziamenti statali destinati agli stessi Comuni per le altre prestazioni di loro competenza.
In merito alle persone colpite da patologie croniche invalidanti e da non autosufficienza si fa presente che il Parlamento, contemporaneamente al riconoscimento del diritto dei pensionati del settore pubblico (legge 841/1953) e privato (legge 692/1955) alle cure sanitarie, comprese quelle ospedaliere, gratuite e senza limiti di durata anche nei casi di cronicità e di non autosufficienza, ha aumentato i contributi previdenziali a carico dei lavoratori e dei datori di lavoro, aumento che non è mai stato revocato o ridotto.
Si ricorda altresì, come risulta dal documento “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” predisposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ufficio del Ministro per la solidarietà sociale, e diffuso nell’ottobre 2000, che «nel corso del 1999, 2 milioni di famiglie sono scese sotto la soglia della povertà a fronte del carico di spese sostenute per la “cura” di un componente affetto da una malattia cronica».
Questa allarmante situazione si è ridotta a seguito dell’entrata in vigore dei decreti legislativi 109/1998 e 130/2000 in base ai quali i soggetti con handicap permanente grave o ultrasessantacinquenni non autosufficienti devono contribuire alle spese sostenute per la loro cura e assistenza esclusivamente in base alle loro risorse economiche (redditi e beni) senza alcun onere per i loro congiunti. Ciononostante, secondo le ricerche del Ceis Sanità, Università di Tor Vergata di Roma:
a) Rapporto 2006: «Risulta che 295.572 famiglie (pari a circa l’1,3% della popolazione) sono scese al di sotto della soglia di povertà a causa delle spese sanitarie sostenute»;
b) Rapporto 2008: «Nel 2006 risultano impoverite 349.180 famiglie (pari a circa l’1,5% del totale); se si utilizzano le soglie epurate della componente sanitaria il numero di nuclei impoveriti risulta pari a 299.923 (circa l’1,3% del totale)»;
c) Rapporto 2009: «L’analisi per tipologia familiare (…) evidenzia ancora una volta il ruolo rilevante della presenza di anziani o figli a carico nel determinare le difficoltà della famiglia di far fronte a spese sanitarie. In particolare si sottolinea come (…) la presenza di anziani faccia salire notevolmente la probabilità (e quindi l’incidenza) di impoverirsi o di andare incontro a spese catastrofiche».
Ciò premesso, tenuto conto delle norme costituzionali (articolo 2: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese»), i cittadini firmatari della presente Petizione popolare confidano nell’accoglimento della richiesta riguardante la completa copertura finanziaria delle prestazioni riconosciute dal Parlamento come diritti pienamente esigibili>>.
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(1) Nella sentenza della Corte costituzionale n. 370 del 17 dicembre 2003, depositata in Cancelleria il 23 dello stesso mese ed anno, viene precisato che «nel nuovo sistema, per il finanziamento delle normali funzioni delle Regioni ed Enti locali, lo Stato può erogare solo fondi senza vincoli specifici di destinazione».
AI PARLAMENTARI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E DEL SENATO DELLA REPUBBLICA PER IL FINANZIAMENTO DEI LEA, LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA PER LE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI.
COMITATO PER LA PROMOZIONE DELLA PETIZIONE POPOLARE NAZIONALE SUI LEA
Organizzazioni aderenti:
Fondazione promozione sociale onlus; Adina, Associazione per la difesa dei diritti delle persone non autosufficienti onlus; Associazione senza limiti; CartaCanta onlus, Associazione tutela diritti persone non autosufficienti; Comunità Progetto Sud onlus; Csa, Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base di Torino; Gruppo solidarietà; Medicina Democratica onlus; Movimento Handicap; Mtd onlus, Movimento per la tutela dei diritti delle persone diversamente abili e quelle non autosufficienti; Opinio Populi. Riviste: Appunti; Controcittà; Prospettive assistenziali.
Approfondimenti
- PETIZIONE POPOLARE NAZIONALE PER L'ATTUAZIONE DEI LEA: LA NOSTRA CONTROPROPOSTA AL DISEGNO DI LEGGE DELEGA DEL GOVERNO PER LA RIFORMA DEL SETTORE ASSISTENZIALE
(da Prospettive assistenziali, 175/2011)
- UNA PRIMA RISPOSTA AL PRETESTO DELLA SCARSITA' DELLE RISORSE ECONOMICHE INDISPENSABILI PER LE ESIGENZE VITALI DELLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI
(da Prospettive assistenziali, 175/2011)
APPUNTI PER LA RACCOLTA DELLE FIRME E DELLE ADESIONI
Raccolta firme
La Petizione può essere sottoscritta da qualsiasi cittadino elettore.
È necessario scrivere in stampatello i dati relativi al cognome, al nome e all’indirizzo.
Le firme devono essere leggibili.
Non occorre alcuna autenticazione delle firme.
Adesioni
È assai importante ottenere l’adesione di enti pubblici (Comuni, Consorzi di Comuni, Comunità montane, Province, ecc.) e privati, nonché di associazioni di volontariato, di tutela dei soggetti deboli o di altri aderenti,
di studio, di formazione e di qualsiasi altra organizzazione sociale.
Termine della petizione
Data la necessità di fornire informazioni alle persone in gravi difficoltà e di mantenere viva l’attenzione verso l’adeguatezza dei finanziamenti statali occorrenti per la corretta attuazione dei Lea, la scadenza è stabilita per il 31 dicembre 2012.
Nota importante
È opportuno che siano utilizzati solo i fogli interi formato A3 (4 pagine) contenenti il testo della petizione,
la nota giuridica, gli appunti per la raccolta delle firme e delle adesioni nonché lo spazio delle firme.
Informazioni
La segreteria è affidata alla Fondazione promozione sociale onlus, Via Artisti 36 - 10124 Torino, tel. 011-8124469, fax 011-8122595, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. che provvede all’invio gratuito
dei fascicoli per la raccolta delle firme.
Le adesioni ed i fascicoli (compresi quelli senza tutte le firme)
devono essere trasmessi alla segreteria della Fondazione promozione sociale onlus che provvederà a consegnarli al Parlamento mano a mano che perverranno.