Repilca di Guido Trincheri a Raffaele  Zinelli

 

Repilca di Guido Trincheri (Presidente Consulta Regionale del Lazio per le persone con disabilità) a Raffaele  Zinelli  (Presidente   dell'associazione Carta Canta) in merito alla sua nota pubblicata nel nostro articolo "A proposito di NUOVO ISEE" del 23 novembre 2015

 

 

Solo oggi casualmente leggo la sua nota (stonata) Gentile Sig. Zinelli,
la sua lettura del mio documento è alquanto sconcertante! Forse se lo avesse letto libero dalla vis polemica che caratterizza la sua azione pubblica (internet è più efficiente e preciso delle comari di paese) avrebbe potuto cogliere alcuni aspetti impliciti nel mio ragionare, drammaticamente importanti per quegli anziani che lei dice di rappresentare. Lei non conosce o, come molte altre persone, non ha attenzione per i problemi dei quali parlo; ma lei dice di essere impegnato nella difesa dei diritti delle persone anziane e tanta superficialità non può permettersela. Sembra le sia sfuggito che il mio documento parla di persone con grave disabilità che non lavorano, che non hanno mai potuto lavorare, e per questa ragione, in mancanza di alternative, restano, in età matura a carico di genitori, i quali, lei non ci crederà, invecchiano! Magari sono anche vedovi, malati cronici non autosufficienti che in fatto di disabilità, dai malati di Alzheimer ai colpiti da ictus altamente invalidanti, non hanno nulla da invidiare a…a chi? ai loro figli! Ma guardi che inghippo!
Le posso assicurare che neanche l' alzheimer o l'ictus altamente invalidante riescono a dare a questi genitori magari la pace incosciente dell'alienazione! Così non è raro che decidano di sopprimere il proprio figlio per seguirlo subito dopo, coinvolgendo, in qualche caso, anche la moglie/madre! Non le risulta?
Questi anziani, che hanno vissuto e vivono una vita durissima, e muoiono nella miseria e nella disperazione, non hanno titolo per essere difesi dal suo club?  Non le sembra, nel caso volesse difendere anche loro, che il primo passo sarebbe garantire ai loro figli, fragili quanto gli anziani più fragili, una vita adulta dignitosa indipendente dalla famiglia?  
E’ vero non mi è venuto spontaneo pensare che i miei risparmi dovrebbero servire per la mia vecchiaia dignitosa tale da non gravare sui figli! Ma converrà con me che con due figli gravemente disabili questa è un’idea alquanto bizzarra. Sa… è appena da quaranta anni che i ragazzi fanno affidamento solo sui loro genitori!  Eppure, pensi un po’, sui miei risparmi (e non solo) ho pagato le tasse che dovrebbero servire per finanziare, anche, il welfare pubblico, comprese le prestazioni per i soggetti disabili impossibilitati all’attività lavorativa che rappresento!
Bisogna essere in totale malafede, animati da un certo modo lobbistico di fare politica, per non capire che distinguere non significa discriminare, ma semplicemente cercare di soddisfare con equità ed appropriatezza i bisogni di ciascuno. La fierezza è una caratteristica che non mi appartiene così in merito ai genitori che hanno l’età dei nonni, con annessi e connessi, e da una vita si sobbarcano l’onere di assistere figli con gravi disabilità, attendo umilmente il suo competente ed illuminato pensiero.
Voglio credere che il suo sia stato solo uno scivolone, poiché non c’è dubbio che i miei nemici non sono gli anziani malati cronici non autosufficienti; certo non provo simpatia, me lo consenta, per quelli che pensano che il welfare si difenda con la lotta miope e settaria, che ignora ed esclude le situazioni più complesse e gravi.
Ora mi scusi ma la devo lasciare, capisce… con l’età… certe urgenze…Oh!! mio figlio se l’è fatta addosso … ma mi pare, come dicono a Roma, che anche lei l’abbia fatta fuori dal vaso.

Cordialmente
Guido Trinchieri
costituenda associazione E villan dorme