A proposito di NUOVO ISEE

 

Graffiante   nota  di  Raffaele  Zinelli  Presidente   dell'associazione   Carta Canta  a Guido Trinchieri Presidente Consulta Regionale del Lazio per le persone con disabilità.

Gentile Sig. Trinchieri,
ho iniziato a leggere con curiosità ma subito dopo con preoccupazione il suo documento titolato “A proposito di nuovo ISEE (in Italia e nel Lazio)” pubblicato dal sito Superando.

Se infatti dalla sua premessa (le sentenze del TAR del Lazio n. 2454-2458-2459 dello scorso febbraio avverse la nozione di “reddito disponibile” stabilito dal decreto governativo sul nuovo ISEE e platealmente ignorate dall'INPS) il documento mi dava l'impressione della sua condivisibilità, a mano a mano che lo leggevo l'impressione ha lasciato il posto all'incredulità davanti ad un pensiero di fondo incentrato non già sulla critica all'iniquità dei criteri con i quali il nuovo ISEE giunge a definire la situazione economica del richiedente una prestazione sociale agevolata, in particolare da parte di un soggetto disabile, ma bensì sul fatto che l'iniquità dell'ISEE vada conservata e magari inasprita se la vittima è un anziano non autosufficiente mentre invece debba essere corretta se riguarda una persona disabile. A lei sembra piacere il gioco della torre fondato sul falso presupposto che la coperta è sempre più corta (non si è mai domandato per colpa di chi?) ragion per cui mors tua vita mea (lo traduco per meglio sottolineare il suo cinico significato: “la tua morte è la mia vita”) ma non credo che i disabili e le loro famiglie la pensino tutte allo stesso modo.
Effettivamente lei scrive nel suo documento (prima pagina, ultimo paragrafo) che “I meccanismi del nuovo ISEE sono all’origine di evidenti ulteriori ingiustizie! Se infatti per un anziano è accettabile [!] che nel calcolo dell’ISEE si tenga conto dei depositi bancari – spesso creati proprio per affrontare problemi connessi all’eventuale perdita della autosufficienza – la stessa cosa è profondamente ingiusta per quegli adulti che, a causa della disabilità, non hanno mai potuto produrre un reddito, e quindi, eventuali depositi dei quali fossero titolari evidentemente non appartengono a loro, ma alla famiglia che se ne prende cura, preoccupata di preparare per loro un dignitoso “dopo di noi” di cui lo Stato non si fa carico”.
Lei forse non si è reso conto che pensando di denunciare le “evidenti ulteriori ingiustizie” generate dal meccanismo del nuovo ISEE nei confronti dei disabili in realtà ne ha inventate delle nuove a danno degli anziani malati cronici non autosufficienti che in fatto di disabilità, dai malati di Alzheimer ai colpiti da ictus altamente invalidanti, non hanno nulla da “invidiare” ai disabili che lei dice di rappresentare.
Lei dimentica innanzitutto che con il comma 2-ter dell'articolo 3 del decreto legislativo 109/1998 sul precedente ISEE (ora abrogato dal DPCM n. 159/2013) concernente l'evidenziazione del reddito del solo assistito, il legislatore aveva inteso tutelare due particolari tipologie di persone, anziani non autosufficienti e disabili gravi, entrambe particolarmente deboli a causa di malattie croniche, polipatologie, improvvisi eventi traumatici o in conseguenza di malattie congenite, e purtroppo trascura che se alcuni anziani, non tutti, nel corso della loro vita lavorativa sono riusciti a risparmiare qualcosa depositandolo in banca (e non credo “creati proprio per affrontare problemi connessi all'eventuale perdita della autosufficienza” ma semmai per assicurarsi una vecchiaia dignitosa e comunque tale da non gravare sui figli che peraltro oggi devono fare affidamento proprio sui loro vecchi, anche se non autosufficienti), su questi risparmi hanno pagato le tasse che sono servite per finanziare, anche, il welfare pubblico, comprese le prestazioni per i soggetti disabili impossibilitati all'attività lavorativa che lei intende rappresentare.
In ogni modo dovrebbe sapere che gli eventuali risparmi degli anziani in depositi bancari vengono presto bruciati in caso di loro non autosufficienza, e di fatto tassati due volte, dovendo pagare rette salatissime, anche in strutture pubbliche, o affrontare un lungo calvario di cure domiciliari con costi interamente a proprio carico data l'assenza di posti letto convenzionati e di risorse pubbliche adeguate al loro finanziamento. Lei questo dovrebbe ben saperlo.
Sono stato troppo duro? Qualcuno potrebbe pensare che il suo è stato solo uno scivolone, ma purtroppo devo far notare che già nel 2013, il Presidente della FISH “in un percorso partecipato con il viceministro Guerra” sullo schema del nuovo ISEE aveva affermato che “la FISH si è ispirata nell'azione all'idea di far riconoscere chi necessita di servizi” tra cui l'idea barbara di distinguere tra anziani e disabili (battaglia vinta)”. Vinta? E contro chi? I vostri nemici erano davvero gli anziani malati cronici non autosufficienti?
Non so con quale fierezza lei e il rappresentante della FISH, somigliante più a una lobby collaterale a un certo modo di fare politica che a un'associazione di tutela, possiate festeggiare la “battaglia vinta” ma nel caso abbiate pensato di allargare gli inviti vi consiglio di risparmiare i francobolli.
Cordialmente,
Raffaele Zinelli
Presidente associazione CartaCanta