Ricorso al TAR Lazio per l'annullamento del Decreto 14 maggio 2015
Ripartizione delle risorse finanziarie affluenti al Fondo per le non autosufficienze
MTD congiuntamente con le Associazioni :
-U.T.I.M. - Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva Torino)-
-ASSOCIAZIONE "PROMOZIONE SOCIALE (Torino)
-ASSOCIAZIONE "SENZA LIMITI ONLUS (Milano)
-ASSOCIAZIONE UMANA "Unione per la difesa dei diritti dei Malati Anziani Non Autosufficienti" (Perugia)
hanno proposto ricorso al TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE per il Lazio per l'annullamento del DECRETO 14 maggio 2015 "Ripartizione delle risorse finanziarie affluenti al Fondo per le non autosufficienze, per l'anno 2015" del MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con Il MINISTRO DELLA SALUTE e il MINISTRO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE.
II Decreto impugnato costituisce l'ennesima riprovevole conferma della volontà politica di dirottare enormi risorse economiche in una direzione ben diversa da quella in origine impressa dal legislatore a tutela delle "persone non autosufficienti.
Ed infatti il "Fondo per le non autosufficienze" è stato istituito con la L. 296/2006 art. 1, comma 1264, per garantire ai sensi dell'art. 117 co. 2 lett. m) Cost. l'attuazione su tutto il territorio nazionale dei livelli essenziali delle prestazioni` socio-sanitarie - c.d. L.E.A. disciplinati con legge dello Stato (art. 54 L. 289/2002, D.P.C.M. 14.2.2001 e D.P.C.M. 29.II.2001) - con riguardo alle persone non autosufficienti.
Le risorse del FNA devono pertanto essere obbligatoriamente destinate esclusivamente alle "persone non autosufficienti" è cioè ai soggetti nei cui confronti, come precisa La L. 508/88, art. 1, comma 2, lett. b), "sia stata accertata una inabilità totale per affezioni fisiche o psichiche e che si trovino nella impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore o, non essendo in grado di complete gli atti quotidiani delta vita, abbisognano di una assistenza continua ".
Con il decreto impugnato, invece, assistiamo di fatto a quello che possiamo definire un ingannevole stratagemma: il FNA viene apertis verbis destinato in direzione diversa ed, addirittura, utilizzato per finanziare prestazioni che dovrebbero essere invece prevalentemente, ed in certi casi interamente, a carico del SSN.
Per effetto di ciò, 3 milioni di italiani non autosufficienti con problemi di salute non solo vengono privati della compartecipazione prevista per la quota c.d. sociale ma, addirittura, non vedono garantita la loro quota sanitaria delle prestazioni, cui hanno pieno diritto ai sensi dell'art. 32 Cost.
Paradossalmente ciò avviene a scapito proprio di coloro che hanno più bisogno: persone malati invalidi al 100% non autosufficienti i quali, a causa del proprio status, si trovano ricoverati in strutture residenziali . Proprio a costoro il decreto impugnato nega quell'essenziale assistenza socio-sanitaria per garantire la quale era stato creato il Fondo.
La inevitabile conseguenza è l'accollo a carico dei malati invalidi al 100% non autosufficienti di quanto dovrebbe, invece, gravare a carico del SSN e dei Comuni per le prestazioni residenziali e semiresidenziali.
E' evidente che a fronte di una siffatta gravissima violazione di diritti di rango costituzionale, di una inaccettabile lesione della dignità delle persone non autosufficienti tutelata ad ogni livello (nazionale, europeo ed internazionale), di una arbitraria ed ingiustificata invasione di competenza, le associazioni ricorrenti hanno avvertito l'imperativo di agire in via giudiziaria per la tutela e nell'interesse di quanti, per l'età o la condizione di handicap, non sono in grado di autodifendersi.
Il ricorso ha dunque ad oggetto la tutela degli interessi dei cittadini malati invalidi al 100% non autosufficienti al fine di garantire il rispetto dei Livelli Essenziali di assistenza socio-sanitaria che agli stessi devono essere riconosciuti.
Evidente è II gravissimo pregiudizio che il decreto impugnato arreca a detta fascia debole della popolazione che possiamo stimare, come accennato, in circa 3 milioni di persone-
Pacifica pertanto la legittimazione ad agire e l'interesse delle associazioni ricorrenti, stoicamente impegnate per la promozione e la tutela dei diritti delle persone non autosufficienti .
Leggi qui un interessante articolo correlato pubblicato sulla rivista Prospettive Assistenziali (n. 188 del 2014)