Urgentissime iniziative per rispetto diritto alle cure anziani cronici non autosufficienti

 

CSA - Coordinamento Sanità e Assistenza fra i movimenti di base
10124 TORINO - Via Artisti, 36 - Tel. 011-812.44.69 - Fax 011-812.25.95
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Funziona ininterrottamente dal 1970
C.F.  97560130011


- Egr. Assessore alla sanità Regione Lombardia

- Egr. Direttori generali delle Asl della Lombardia

- Egr. Sindaci dei Comuni Capoluogo della Lombardia

- Egr. Direttore dell’Azienda dei Servizi alla Persona “Golgi-Redaelli”

- Egr. Difensore civico della Regione Lombardia

- Egr. Presidente dell’Associazione Senza limiti

- Egr. Presidente dell’Associazione MTD onlus Tutela delle persone disabili

- Egr. Presidente dell’Organizzazione "Opinio populi"

- Egr.  Presidente dell’Asvap (Como)

Oggetto: Richiesta alle Autorità competenti di assumere le necessarie urgentissime iniziative dirette al rispetto delle leggi vigenti riguardanti il diritto senza limiti di durata alle cure sanitarie e socio-sanitarie degli anziani colpiti da patologie invalidanti e da non autosufficienza, nonché delle persone con demenza senile

 

Questo Csa (Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base) che opera ininterrottamente dal 1970 e al quale aderiscono le sottoelencate organizzazioni, rivolge    pressante istanza alle Autorità e alle Organizzazioni in indirizzo affinché venga immediatamente revocata l’illegittima procedura messa in atto dall’Azienda di servizi alla persona “Golgi-Redaelli”, della quale siamo venuti a conoscenza, secondo cui i congiunti degli infermi di cui sopra dovrebbero assumere a loro carico i compiti sanitari e socio-sanitari attribuiti dalle leggi vigenti (da decenni!) al Servizio sanitario nazionale.  Al riguardo si ricorda che, ai sensi dell’ancora vigente articolo 2 della legge 833/1978 il Servizio sanitario  nazionale deve assicurare «la diagnosi e la cura degli eventi morbosi quali che ne siano le cause, la fenomenologia e la durata» e deve altresì provvedere «alla tutela della salute degli anziani, anche al fine di prevenire e di rimuovere le condizioni che possono concorrere alla loro emarginazione».
Il pieno e immediato diritto degli anziani malati cronici non autosufficienti alle cure sanitarie e socio-sanitarie è stato confermato dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 istitutivo dei Lea, Livelli essenziali di assistenza sanitaria e socio-sanitaria, le cui norme sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002.
A questo proposito nella sentenza n. 36/2013 la Corte costituzionale ha precisato che «l’attività sanitaria e socio-sanitaria a favore di anziani non autosufficienti è elencata tra i livelli essenziali di assistenza sanitaria dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 novembre 2001». Nella stessa sentenza la Corte costituzionale ha definito non autosufficienti le «persone anziane o disabili che non possono provvedere alla cura della propria persona e mantenere una normale vita di relazione senza l’aiuto determinante di altri».
Inoltre si segnala alle S.V. che il Difensore civico della Regione Piemonte, come risulta dall’allegata comunicazione del 14 maggio 2012, ha rilevato l’illegittimità dell’imposizione da parte delle case di cura convenzionate di rette di degenza nei casi in cui, a seguito della presentazione dell’opposizione alle dimissioni, il ricovero si prolunghi dopo l’accertamento della sua dimissibilità.
Sulla questione è intervenuto anche il Direttore dell’Assessorato alla sanità della Regione Piemonte che, nell’allegata lettera del 4 marzo 2014, dopo aver ricordato che deve essere garantito «ai cittadini il cosiddetto percorso di continuità assistenziale attraverso la presa in carico del paziente da parte delle Aziende sanitarie locali di residenza dell’assistito e degli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali competenti» , ha precisato quanto segue: «Appare evidente che il compito di governare il percorso di continuità assistenziale sia in capo all’Asl competente per territorio  e non ai parenti dei pazienti ovvero alla struttura di ricovero che costituisce una delle tappe di tale percorso».
Si ricorda altresì che l’articolo 23 della Costituzione stabilisce che «nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge». Poiché non vi sono norme che obblighino i congiunti degli anziani malati cronici non autosufficienti  a svolgere le funzioni assegnate al Servizio sanitario nazione, risulta evidente che le cure di detti infermi e la loro prosecuzione non possono per nessun motivo essere attribuite ai loro congiunti.
Ciò premesso, questo Coordinamento chiede che le Autorità alle quali è indirizzata la presente istanza intervengano con la massima urgenza possibile nei riguardi dell’Azienda di servizi alla persona “Golgi-Redaelli” affinché non obblighi più i congiunti degli anziani malati cronici non autosufficienti e  degli infermi con demenza senile di garantire il rientro a domicilio nei casi in cui «il piano riabilitativo è stato completato» e, nel caso della mancata accettazione delle dimissioni, non imponga più il loro ricovero nel settore Rsa dell’Istituto stesso ponendo addirittura a carico dei familiari l’intera retta (quota sanitaria e quota alberghiera).
Restando in attesa di conoscere le Vostre decisioni, porgiamo cordiali saluti.
p. Csa, Andrea Ciattaglia e Francesco Santanera 


Attualmente fanno parte del Csa le seguenti organizzazioni: Associazione Geaph, Genitori e amici dei portatori di handicap di Sangano (To); Agafh, Associazione genitori di adulti e fanciulli handicappati di Orbassano (To); Aias, Associazione italiana assistenza spastici, sezione di Torino; Associazione “La Scintilla” di Collegno-Grugliasco (To); Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie, Torino; Associazione “Odissea 33” di Chivasso (To); Associazione “Oltre il Ponte” di Lanzo Torinese (To); Associazione “Prader Willi”, sezione di Torino; Aps, Associazione promozione sociale, Torino; Associazione tutori volontari, Torino; Cogeha, Collettivo genitori dei portatori di handicap, Settimo Torinese (To); Comitato per l’integrazione scolastica, Torino; Ggl, Gruppo genitori per il diritto al lavoro delle persone con handicap intellettivo, Torino; Grh, Genitori ragazzi handicappati di Venaria-Druento (To); Gruppo inserimento sociale handicappati di Ciriè (To); Ulces, Unione per la lotta contro l’emarginazione sociale, Torino; Utim, Unione per la tutela delle persone con disabilità intellettiva, Torino.

Leggi:

La lettera del Difensore civico del Consiglio Regionale del Piemonte

La lettera della Direzione Sanità del Consiglio Regionale del Piemonte